NON FATEVI INGANNARE DA IMMAGINI E SERVIZI TV e mediastream. Abbiamo una moltitudine di prove! Si tratta di una farsa per fare impunemente una brutta sporca guerra e per sganciare bombe, col nostro consenso. PER FAVORE... non fare il loro gioco divulgando questo tipo di immagini e video, altrimenti la colpa la avrai anche tu! Tutti noi! Peace & Love!
VEDI VIDEO QUI:ALLEATI E PROTETTORI - Di Mario Albanesi
Mario Albanesi - Intervento di 4 minuti
Le provocazioni ideate dai servizi segreti USA ormai sono penose, possono solo contare sulla complicità di tutti, proprio tutti i mezzi di informazione, quelli che si rivolgono - ovviamente – a milioni di persone e non a piccole entità. (Mario Albanesi)
Siamo sotto attacco mediatico, roba da Grande Fratello! Altro che agenda
setting sull’appetibilità della notizia, in buona (e deontologica) fede. Ben al
di là dell’affaire Snowden (spionaggio totale,
Merkel inclusa!), viviamo come in un “Truman Show del Terrore”, rinchiusi tra
le frequenze di uno stato ipnotico di massa senza eguali: morti, attentati,
stragi e carneficine ci perseguitano come un’ombra, dalla mattina alla sera,
notte compresa. Ossessivamente, più che un mistero la
paura è diventata strumento di governo globale: non è una domanda,
ma un’affermazione! Basta guardare la TV. Sentire i giornali-radio, leggere web
e stampa. In mezzo ad una valanga di contenuti inutili cliccati sui social,
dall’anfratto più sperduto nel mondo (come fosse successo adesso proprio adesso
sotto casa nostra!) rimbalza puntuale la news dell’ultim’ora: ci richiama al
terrore, un “mantenimento” psicologico quotidiano in mainstream spesso diffuso
(persino!) senza attendibilità, spacciando per verità incontrovertibili notizie
(a volte) di dubbio riscontro. Dove più che dai terroristi (negli anni
’70 almeno lasciavano il volantino firmato nella cabina del telefono!), la
rivendicazione giunge brevi manu dai governanti, in tempo reale, cioè dai nostri stessi
“protettori pubblici” che fanno a gara a chi la spara più grossa. E’ il
caso della recente strage di Orlando, con Trump e Clinton a spingere
per una matrice ISIS scartando a
priori un movente isterico-stragista/maniacale-omofobo, oppure il duplice
omicidio di poliziotti in Francia, con Libération che avanza la
tesi del regolamento di conti tra omicida e vittime, mentre il premier Valls – in versione
oracolo – che prevedere nuove vittime in un conflitto di durata
generazionale. Domanda: tutto questo, perché? Cui prodest?
Un’interessante chiave
di lettura che converge sul cosiddetto ‘terrorismo sintetico’ (al di là del
fascinoso nomignolo, un intreccio tutt’altro che semplice di trame oscure,
spionaggio, servizi segreti più o meno deviati, interessi militari e strategie
geopolitiche internazionali),ci viene offerta da Enrica
Perucchietti nel suo ultimo “False Flag, sotto
falsa bandiera. Strategia della tensione e terrorismo di Stato” (Arianna
Editrice). E’ un libro che
riannoda il film della recente storia per guardare da vicino (e in contro
luce!) i fotogrammi degli avvenimenti più tristi e torbidi: 11 Settembre,
al-Qaeda e bin Laden, Isis e Siria, Charlie Hebdo (ma pure
Kennedy, Moro e lo stragismo all’italiana). “Ad ogni tragedia il clima di
isteria, sapientemente manipolato dai media – sostiene la scrittrice – per
convincere l’opinione pubblica ad abdicare alla propria libertà”,
strumentalizzando l’accaduto (“in alcuni casi, lasciando che
gli eventi avvengano”) per meri interessi (forti!) che
quasi mai corrispondono a quelli delle masse (vedi
colonizzazione ‘mascherata’ di territori con gas/petrolio, la defenestrazione
di governanti (ex) amici poi improvvisamente scomodi o i vertiginosi tornaconto
economici delle lobby).
Attenzione:
seppur invaghita da richiami della letteratura distopica d’autore (Orwell
docet), Perucchietti non scade mai nella facile retorica
complottistico/dietrologica d’accatto, ma forte di una miscellanea pungente di
pensatori contemporanei (Marcuse, Popper), stralci di atti processuali,
documenti riservati e fini ricostruzioni revisionistiche d’inchiesta (Giulietto
Chiesa, Maurizio Blondet, Pino Cabras e Julian Assange), sostiene che come nei
combattimenti navali le false bandiere (false flag) venivano utilizzate in mare
aperto per ingannare l’avversario durante un attacco mascherato, così “si
è passati a indicare delle operazioni belliche autocreate, ideate cioè per far
credere che l’attacco sia stato effettuato da gruppi diversi, rispetto ai reali
esecutori, al fine di addossare loro la responsabilità”, per poi
giungere al draconiano sfruttamento politico offerto dalle improcrastinabili
manovre emergenziali, guarda caso adottate nell’interesse delle solite
oligarchie, cavalcata l’onda emotiva del facile consenso nel paradigma del
bisogno urgente di controlli più stringenti. Per la sicurezza sociale.
Tradotto, in rapporto di casus belli/effetto: fu
così per l’incendio del Reichstag 1933 (stato d’emergenza, Hitler Cancelliere),
per l’attacco di Pearl Harbor 1941 (ingresso USA, Seconda Guerra Mondiale), per
le Torri Gemelle 2001 (inizio della campagna di terrore permanente, guerra
all’Afghanistan e restrizioni di libertà nelle Patriot Act) e pare
esserlo oggi per la stessa ISIS (il nuovo spauracchio, una ‘creazione’ della
CIA?) e Charlie Hebdo (ha rafforzato “la sfera di influenza di Washington
sui Paesi europei”). Si, lo so: sembra un Wargames a tinte fosche,
ma invece…
(Maurizio Martucci)
LIBRO
Lo scopo di questo saggio è quello di offrire una rassegna dei casi di False Flag più celebri e storicamente accertati e di quelli che sollevano plausibili dubbi sulle reali dinamiche degli eventi, senza avere la velleità di mettere la parola fine a ricerche che, si spera, continuino, per accertare, un giorno, la verità.LEGGI UN ESTRATTO DEL LIBRO QUI
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