Come una legge
elettorale disattiva la democrazia e regala il Paese al potere economico.
Nel post elezioni c’è un aspetto che non viene minimamente trattato, in
quanto non visibile alla maggior parte dei cittadini e dei commentatori. Pochi
minuti fa ho però letto un articolo di Repubblica, che al di là del consueto
livore verso CasaPound Italia, ha posto l’attenzione proprio sul problema di
fondo su cui volevo scrivere: ovvero che il risultato
potenziale della forza politica sovranista (consentitemi di non chiamarla
come fa Repubblica “neofascista”, anche perché tale definizione nel sentire
comune è sinonimo di forza eversiva, cosa che CasaPound non è) è stato letteralmente cannibalizzato dalla Lega Nord.
In sostanza Repubblica afferma correttamente che il
voto di chi voleva combattere contro Bruxelles è finito, talvolta anche a
malincuore, alla Lega. Questo poiché la preferenza a tale partito è stata considerata unanimemente
più utile, trattasi infatti di una forza più grande, che gode di spazi
mediatici di centinaia di volte superiori a quelli di CPI, e dunque con
maggiori possibilità di andare a governare il Paese.
Tale concetto non sorprende più nessuno, poiché il “voto utile” è diventato
ovvio per tutti. Tuttavia il “voto utile”,
assieme all’assenza di preferenze e alle distorsioni maggioritarie, di cui
peraltro la stessa soglia di sbarramento ne rappresenta una delle possibili
forme, sono esattamente ciò che consente ai mercati finanziari di governare la
nostra democrazia.
Il più grande esempio democratico della
nostra storia si rinviene nella Costituzione del 1948, il dolore di un popolo
scosso dalla guerra è stato la leva per codificare una vera democrazia, nel senso più pieno
del termine. Secondo i Costituenti, in opposizione al
precedente modello Fascista in cui l’esecutivo rendeva quasi un inutile orpello
il Parlamento, era necessario fare in modo che ogni
decisione dello Stato passasse per il dibattito che doveva avvenire attraverso
il confronto parlamentare tra tutte le opinioni del Paese. Proprio per
tale ragione il sistema elettorale con cui fu
eletta la stessa Assemblea Costituente fu un proporzionale puro con sbarramento
allo 0,5, sistema che alla Camera fu mantenuto, salva la parentesi della cd.
legge truffa, fino al 1993.
La sola forma di democrazia parlamentare possibile era ed è questa. Tutto
il resto è mera oligarchia, nelle sue diverse varietà. Negli anni tuttavia tale
sistema pienamente democratico è andato distrutto e la ragione per cui ciò è
stato voluto è semplice. Visto che la soglia di
sbarramento è un correttivo della formula proporzionale che impone un effetto
maggioritario al fine di agevolare la governabilità, essa è sia utile a dare la
maggioranza a chi non la ha garantendo governabilità, sia a scoraggiare altri
cittadini a creare da zero nuovi partiti, consolidando lo status quo.
Appunto torniamo sempre al solito problema. Come ha specificato
elegantemente anche Gustavo Zagrebelsky, il termine
governabilità sta a significare semplicemente l’attitudine di un Paese ad
essere governato. Ma allora chi ci governa
realmente dal 1993? Ovviamente i mercati finanziari, il potere economico ormai
così forte da decidere al posto dei Parlamenti. Tuttavia tale potere, come ogni forma di dittatura, aveva bisogno di mezzi
giuridici, appunto le leggi elettorali, per consolidarsi definitivamente ed
essere al riparo da pericolosi, per loro, rigurgiti di democrazia. Lo stesso Fascismo,
visto che ora va di moda parlarne, si consolidò attraverso una legge
elettorale, la ben nota legge Acerbo.
In Italia lo sbarramento allo 0,5% è stato mantenuto fino al 1993.
Ovviamente torniamo sempre agli anni novanta, gli
anni in cui, dopo la caduta del muro di Berlino, ultima barriera ideologica al
supercapitalismo, è scattata la fase finale dell’aggressione della grande
finanza alle democrazie continentali. Sono gli anni della stipula del
Trattato di Maastricht e delle cessioni radicali delle fondamentali sovranità
nazionali ad organismi sovranazionali non democratici, infatti.
Chi abolì tale sistema elettorale
democratico? Ancora, guarda caso, troviamo un volto oggi molto noto, ovvero
Sergio Mattarella che fu l’autore della legge elettorale che cancellò per
sempre la nostra democrazia, e ciò nel nome della stabilità desiderata dai
mercati finanziari. Erano gli anni bui della crisi causata dall’ingresso dell’Italia
nello SME e dal divorzio tra Tesoro e Banca Italia, atti che avevano
compromesso la sovranità monetaria nazionale esponendoci al ricatto dei
mercati. Ricordiamo ad esempio l’incredibile aggressione alla Lira compiuta da
Soros nel 1992, Soros che non a caso in questa campagna elettorale appoggiava
Emma Bonino.
Appare chiaro quindi, a meno di non
avere la mente obnubilata dalla propaganda di regime, che la funzione della
soglia di sbarramento è quella di impedire a nuovi partiti di accedere alla
politica e di influire, come prevede la Costituzione, nella vita pubblica del
Paese. In sostanza lo sbarramento non solo sottrae sovranità al popolo con
lesione del principio di rappresentatività democratica e di eguaglianza del
voto, ma impedendo l’accesso alla politica, impedisce parimenti anche la
visibilità mediatica che ne conseguirebbe, a sua volta decisiva per aumentare
il proprio consenso. Tutto questo a prescindere dalla diversa opinione di
Enrico Mentana, che anche ieri sera al cospetto di Simone Di Stefano fingeva di
non capire in pubblico che l’esito del voto in questo sistema è deciso
dall’esposizione mediatica e dai soldi dei finanziatori.
Lo sbarramento può essere superato solo
da chi ha una forza economica tale da pubblicizzarsi in maniera faraonica,
forza che guarda caso possono avere proprio gli stessi gruppi finanziari che
mettono sotto scacco le democrazie.
Per questo sorrido amaramente quando si richiama al “voto utile”, perché
non si comprende che è proprio questo ad aver portato l’UE a schiacciarci con
facilità, il ricambio politico è sostanzialmente impossibile e il popolo non
può influire nella vita politica del Paese. Se non ci fossimo discostati dal
sistema elettorale proporzionale il progressivo annientamento nazionale non
sarebbe stato possibile.
Nell’attuale scenario per il potere
economico diventa assai facile controllare i due partiti che di solito si
alternano nelle moderne dittature bipolari (che qualche povero
ignorante chiama moderne democrazie), che nascono in
forza di sistemi elettorali distorti su base maggioritaria nelle varie forme in
cui ciò è possibile, appunto passando dalle soglie di sbarramento al premio di maggioranza. Talvolta, come accaduto in Italia, capita che i poli diventino tre, ma
questo può considerarsi quasi un mero incidente di percorso, se non addirittura
una strategia stessa dei soliti poteri economici. Peraltro anche
se strategia di poteri forti non fosse, e dunque non aderendo a tesi filo
complottiste, l’esplosione del cinque stelle fu comunque oggettivamente legata
alla visibilità mediatica di Grillo, in grado di dare al movimento la forza di
passare le soglie di sbarramento, soglia che apre automaticamente anche alla
conseguente visibilità mediatica e rassicura l’elettore dalla paura di sprecare
il proprio voto. Senza contare che sempre e solo grazie
alla visibilità si ottengono poi gli attivisti necessari a creare la base di un
partito.
Insomma la politica si è ribaltata. Non è praticamente più
possibile tornare alla democrazia perché non è possibile per i cittadini
riunirsi in partito e concorrere alla vita politica del Paese. Il sistema di
difesa del Parlamento da pericolosi partiti liberi dal controllo del potere economico è poi oggi così consolidato che, ferma la
necessaria soglia di sbarramento, si è potuto, come fatto in Italia,
addirittura tornare quasi ad un sistema proporzionale puro. Perché questa
scelta da parte dei gruppi di potere economico? Anche qui chiudere il cerchio è
facile. Una volta che, grazie ai trattati
europei, si sono costruiti vincoli che
mettono un Paese sotto pilota automatico, diventa addirittura politicamente
auspicabile non avere una maggioranza politica, ma una maggioranza che agisce
secondo logiche emergenziali in ossequio dei vincoli di Bruxelles. Ed ecco
che il grande pareggio delle elezioni di
ieri garantisce la formazione matematica di un governo tecnico che,
nell’emergenza della crisi finanziaria, dovrà solo fare il lavoro sporco
chiesto dalla Troika.
Chi vi aderirà (visto il risulta c’è
un’ampia gamma di opzioni), avrà pure la scusa di dire agli elettori che la
colpa è la loro, se avessero pensato al “voto utile” questo non sarebbe mai accaduto.
La morale di questa storia “preparate le
mutande di ghisa”. La seconda morale, a mio esclusivo uso e consumo, è “se mia madre mi avesse fatto più stupido forse oggi vivrei meglio e avrei
votato convintamente uno dei leader di qualche grande partito nella cieca
convinzione che qualcosa possa davvero cambiare se i somari che hanno votato
inutilmente i piccoli partiti avessero votato meglio…”.
Avv. Marco Mori, autore de “il tramonto
della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”,
disponibile su ibs
06/0372018:
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